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Fed, verso aumento tassi?

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 La Fed ha alzato i tassi di sconto, la prima mossa verso il ritiro della liquidità. Con l’aumento dello 0,25%, un quarto di punto, la banca centrale americana ha reso più costoso alle banche ricevere in prestito del denaro. In questo modo gli istituti dovranno cercare liquidità in un altro modo, chiedendolo ad altre banche. Anche per questo la mossa della Fed può essere vista come un test al sistema interbancario. Va aggiunto che non si tratta una manovra con un impatto sull’economia reale, a meno che le banche non si fidino ancora l’una dell’altra, come quando iniziata la crisi. Questo provocherebbe come estrema ma improbabile conseguenza un ulteriore rallentamento del credito.
Secondo gli analisti di Credit Agricole la sequenza più  probabile sarebbe quella del “drenaggio delle riserve, poi l’aumento dei tassi, poi la vendita degli asset. In ogni caso – aggiungono – il passaggio ai fatti non sarà nell’immediato”.
Da Bnp Paribas ritengono che la Fed sia stata “molto chiara indicando che la decisione di aumentare il tasso di sconto non doveva essere interpretato come l’inizio di un ciclo di restringimento ne’ come un cambiamento della sua politica monetaria”.