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Fed, verso restrizione credito

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 La Federal reserve va verso il restringimento delle condizioni del credito ma senza usare lo strumento convenzionale dei tassi, che rimarranno al minimo storico finché la ripresa non sarà avviata, come più volte sottolineato dalla stessa banca centrale. Come scrive il Wall Street Journal la manovra riguarderà “l’interesse sulle riserve in eccesso”, cioè una tassa sul denaro depositato dalle banche nelle casse della Fed. Per gli osservatori l’istituto potrebbe aumentare il saggio, oggi allo 0,25%, con un effetto deleterio per la popolazione: le banche potrebbero rifarsi sul cliente. La manovra “incentiverebbe gli istituti a tenere il denaro in deposito e a concedere prestiti a imprese e famiglie ad un tasso d’interesse più alto”.

“Se la Fed alzasse l’interesse pagato sulle riserve in eccesso, si alzerebbero gli interessi sui crediti e si limiterebbe la domanda di moneta”, ha detto il governatore della Fed di New York William Dudley.
Il problema rimane la tempistica. La Fed deve scegliere con cura il momento in cui ritirare la liquidità per evitare, da un lato, di frenare la ripresa e, dall’altro, di lasciare spazio a un aumento dell’inflazione.