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Forex Insider, l’analisi della settimana

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 L’America è tornata a crescere. Il Pil trimestrale è salito del 3,5%. Un risultato sorprendente, anche per gli analisti. A trainare il Prodotto interno lordo hanno contribuito fattori come il dollaro debole, che ha favorito le esportazioni, e gli stimoli all’economia messi in campo dall’amministrazione Obama come il piano Cash for clunkers, cioè gli incentivi alla rottamazione auto. Ma non tutto è cambiato. Il dato sul Pil si confronta con le ultime rilevazioni sui consumi degli americani, in calo dello 0,5% su base mensile, cui fa da contraltare l’aumento del tasso di risparmio al 3,3%. L’aspetto più grave che emerge da queste stime non è che gli americani stanno risparmiando o addirittura, come sostiene qualcuno, che gli americani stanno cambiando approccio verso la spesa personale. Significa piuttosto che non hanno soldi da spendere. Un’altra cattiva notizia, sicuramente non sorprendente, è che CIT, la banca statunitense specializzata in prestiti alle piccole e medie imprese, ha avviato la procedura di fallimento “chapter 11” così come concordato con i creditori.

Veniamo ai dati macro. Inizio di settimana all’insegna del manifatturiero con indice Pmi in Europa ed Ism negli Stati Uniti. Martedì giornata magra sul fronte macro, dagli Stati Uniti solo ordini imprese di settembre, ma ricca di spunti. Nel pomeriggio si attende il discorso di Axel Weber della Bundesbank e la pubblicazione delle stime economiche della commissione europea. Mercoledì la Fed deciderà nuovamente sui tassi, stessa decisione per la Bce nella giornata di giovedì. Il giorno seguente dagli Stati uniti verranno diffuse le stime sulla disoccupazione, attesa al 9,9%.