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Germania in crisi in caso di default Grecia

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 Al momento della creazione dell’euro, i paesi hanno mantenuto la loro banca centrale, nonostante stessero entrando nel blocco e adottando una moneta unica. La struttura composta da tutte queste banche centrali e dalla Banca centrale europea (BCE) si chiama “Eurosistema”. Si tratta di una bizzarria (di solito a una moneta deve corrispondere una singola banca centrale), un’architettura un po’ barocca dagli effetti deleteri.

Invece di una banca centrale che centralizza tutte le transazioni delle banche europee, ogni banca è collegata alla banca centrale del proprio paese. La liquidità è fornita dalle varie banche centrali, e le banche commerciali depositano le loro riserve, non presso la BCE, ma nella loro banca centrale.

Così, quando una società greca acquista un prodotto tedesco, una banca greca trasferisce denaro a una banca tedesca. E la Bundesbank (la banca centrale tedesca) si ritrova con un debito tanto quanto la Banca Centrale di Grecia. A questo si aggiunge la fuga dei capitali: nessuno paga per le banche greche, che devono rivolgersi alle loro banche centrali, i conti si svuotano e il denaro viene trasferito su conti all’estero.E’ quindi chiaro che le banche centrali dei paesi esportatori accumulano debiti sempre più importanti nei confronti dei paesi importatori: i prestiti della Bundesbank al resto dell’Eurosistema hanno raggiunto un record di € 465.000.000.000 (ottobre 2011)! Quale contropartita, i debiti delle banche centrali dei paesi della periferia della zona euro hanno registrato un’impennata, raggiungendo € 118.000.000.000 in Irlanda, 108 miliardi di euro in Spagna, 101 miliardi di euro in Grecia, 89 miliardi di euro in Italia e 57 miliardi di euro in Portogallo.

I rischi sono enormi per la Germania. Se l’area dell’euro scoppiasse, la Bundesbank subirebbe enormi perdite su questi prestiti, perché le nuove monete (dracma, lira ecc.) perderebbero valore nei confronti dell’euro. In un tale scenario, la Bundesbank dovrebbe essere ricapitalizzata dal governo tedesco, che vedrebbe il proprio debito pubblico crescere in modo esponenziale.

Ma anche senza rotture, la Bundesbank è esposta a potenziali perdite. In effetti, la Banca Centrale di Grecia offre sempre più liquidità alle banche greche, come abbiamo visto: in cambio di cosa? In cambio di asset (i “collaterali”). Ma bisogna raschiare il fondo del barile e questi sono di qualità inferiore e in minori quantità (buoni del Tesoro greco, per esempio …). A un certo punto si registreranno necessariamente delle perdite su questi asset svalutati. E l’Eurosistema nel suo complesso (di cui la Bundesbank è “azionista” fino al 30%), ne pagheranno le conseguenze.

Si comprendono bene le grida di orrore dei leader europei quando si evoca lo scenario di una uscita della Grecia dalla zona euro: questo evento provocherebbe una implosione nel cuore della zona dell’euro, e i paesi più virtuosi, Germania in primis, sarebbero i più colpiti! Un fallimento bancario in Grecia produrrebbe un impatto immediato in tutta l’area dell’euro.

Questo è chiaramente un difetto di costruzione dell’euro. Possiamo continuare a parlare di moneta “unica” quando molte banche centrali possono interagire e creare un rischio sistemico?

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