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Italia 2013 anno decisivo

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 Il Fondo Monetario Internazionale ha tagliato le stime di crescita sull’economia italiana, ma rilancia per il 2013 del tricolore. Sebbene il Pil sia atteso in calo dell’1 per cento nel corso di quest’anno, 0,3 punti percentuali in più rispetto a quanto stimato a ottobre, la stima per il 2014 è stata confermata con un’espansione della produttività allo 0,5 per cento. Il 2013 sarà pertanto un anno decisivo per la nostra economia. O, per dirla con le parole del direttore generale del Fondo, Christine Lagarde, “o la va o la spacca”.

“Abbiamo evitato il collasso ma dobbiamo evitare ricadute. Il 2013 sarà l’anno del ‘o la va o la spacca’” – ha infatti affermato Lagarde, sottolineando poi come la ripresa economica sia ancora debole e l’incertezza sia ancora elevata. Continuare “con i difficili ma necessari aggiustamenti di bilancio a livello dei singoli paesi” e sostenere la domanda “soprattutto con un ulteriore allentamento monetario” sembrano essere le principali direttive del direttore del Fondo (vedi anche Previsioni FMI sull’Europa).

Le maggiori preoccupazioni sono tuttavia relative all’economia reale e ai dati macro sull’occupazione, visto e considerato che – continua Lagarde – “ci sono a livello globale 202 milioni di persone alla ricerca di un lavoro, di cui due su cinque hanno meno di 24 anni. Abbiamo bisogno di crescita per il lavoro e di occupazione per la crescita”.

Ad ogni modo, precisa invece il consigliere economico del Fondo, Oliveri Blanchard, con dichiarazioni riprese dal quotidiano Il Messaggero – “c’è molto ottimismo nell’aria, e un certo cauto ottimismo è giustificato, ma se è vero che abbiamo superato gli ostacoli più pericolosi, restano ancora alte montagne da superare (…)In Europa sono stati compiuti progressi su molti fronti, da una maggiore integrazione al varo dell’Omt (il programma acquisti della Bce) e questi progressi hanno convinto i mercati finanziari che il firewall in Europa finalmente c’è davvero e l‘Europa è seriamente impegnata a difendere l’euro. Ma non abbiamo ancora al punto di svolta, resta il bisogno di proseguire con i programmi di consolidamento fiscale e rimane un’attività economica ancora debole” (vedi anche Previsioni crescita secondo Banca Mondiale).