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Piano salvataggio banche inglesi

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 Anche Londra inizia a guardare in maniera preoccupata alle possibilità di parziale crisi del proprio sistema bancario. Ne è una dimostrazione – piuttosto contestata – la dichiarazione del ministro del Tesoro, George Osborne, che ha lanciato un piano a favore delle banche per evitare una nuova crisi del debito, e per cercare di rilanciare l’economia facilitando l’erogazione di mutui per la casa, e prestiti personali.

Un fondo da 170 miliardi di euro (circa 140 miliardi di sterline), che verrà messo a disposizione delle banche del Regno Unito, e che rischia di creare non pochi malumori al governo Cameron, visto e considerato che la politica del rigore fiscale che era stata al ungo difeso dall’esecutivo conservatore britannico pare finita nel dimenticatoio, in favore di una politica più generosa e, probabilmente, più opportuna in un clima quale quello odierno.

Nonostante il governatore della Banca d’Inghilterra Mervyn King abbia dichiarato che l’operazione non contrasta con le precedenti linee guida dell’indirizzo Cameron, non sono pochi gli analisti che sottolineano come le misure annunciate siano fin troppo simili a quelle intraprese dalla Banca Centrale Europea e dalla Federal Reserve americana.

CONSUMI BRITANNICI IN CRESCITA

Considerando quanto precede, gli osservatori si interrogano su quanto Londra cominci ad aver seriamente paura della crisi, fino a rinnegare il proprio “comandamento” del rigore fiscale.

DATI CRESCITA REGNO UNITO 2012 – BCC

“Non siamo impotenti di fronte alla tempesta del debito nell’Eurozona” – ha affermato il ministro del Tesoro britannico – “Possiamo impiegare nuovi capitali per difendere la nostra economica dal caos che infuria sulla porta di casa. Ci saranno fondi per le famiglie che vogliono espandersi. Il governo, con l’aiuto della banca d’Inghilterra, non resterà a guardare mentre si prepara il temporale. Ci rimboccheremo le maniche e faremo tutto il possibile per proteggere le famiglie e le aziende britanniche”.

Il ministro ha poi dichiarato che questi tempi sono “forse più difficili di quelli che il nostro Paese ha mai incontrato al di fuori di una guerra”.