Home Economia Le previsioni settimanali per le valute africane

Le previsioni settimanali per le valute africane

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 Nessuno è realmente un veggente quando si parla di Forex, ma per le valute africane si possono stilare delle previsioni utili e relative alla prossima settimana (vedi anche Valute africane: le previsioni per Uganda, Tanzania, Nigeria e Kenya). Il primo di questi discorsi è quello relativo al Kenya. Le performance dello scellino, divisa ufficiale di questo paese, dipenderanno essenzialmente dalla pronuncia della Corte Suprema in merito ai risultati elettorali dello scorso 4 marzo.

In aggiunta, la domanda degli importatori petroliferi per quel che concerne i dollari americani dovrebbe esercitare una decisione pressione sullo scellino della Tanzania. Secondo alcuni analisti, inoltre, la moneta keniana è destinata a indebolirsi fino a quota 86,50, sempre nel confronto con la moneta verde. Qualche guadagno vi potrebbe essere nell’ipotesi dell’approvazione dei voti di un mese fa da parte di questa corte, fino a quota 85 per la precisione. Le aspettative maggiori riguardano però una nuova chiamata al voto. Anche lo scellino della Tanzania dovrebbe essere protagonista di un poco incoraggiante ribasso, con un range che sarà compreso probabilmente tra 1.620 e 1.630 nei prossimi giorni. Come è noto, infatti, le compagnie petrolifere sono il principale fattore che sospinge la domanda per i dollari americani, nonostante la banca centrale del paese africano stia cercando di coprire proprio queste richieste.

Un altro scellino su cui concentrare l’attenzione, poi, è quello dell’Uganda, sotto pressione a causa degli investitori stranieri e della loro richiesta di rimpatriare i dividendi. Le previsioni continuano con lo Zambia. In questo caso, il kwacha dovrebbe stabilizzarsi rispetto al dollaro nel corso della prossima settimana, a causa, in particolare, della ridotta attività nei mercati locali. Infine, si può concludere il tutto con il cedi del Ghana, anch’esso stabile nei prossimi sette giorni, agevolato dalla vendita di dollari americani da parte della banca centrale, ma anche dal contributo non certo trascurabile del settore minerario nazionale.