Home Mercati Emergenti Rame e dollaro debole risollevano le sorti del peso cileno

Rame e dollaro debole risollevano le sorti del peso cileno

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 Il peso cileno ha concluso il suo lungo periodo di perdite che durava ormai da ben sette sessioni: quello che è stato il più prolungato ribasso dal giugno del 2010 è giunto infine al termine, grazie soprattutto al rialzo del prezzo del rame e all’indebolimento del dollaro americano nei confronti delle controparti dei mercati emergenti (vedi anche La banca centrale cilena vuole indebolire il peso). Nel dettaglio, la valuta latino-americana ha fatto registrare un apprezzamento di 0,1 punti percentuali, per una quotazione complessiva pari a 473,09 rispetto alla moneta verde, come ha evidenziato la Borsa di Santiago del Cile.

Un ruolo determinante, come già accennato, è stato quello del rame, visto che i contratti futures relativi alle spedizioni del prossimo mese di maggio di questo metallo si sono caratterizzati per un +0,5% al Comex di New York. La quotazione di questi ultimi derivati è salita a 3,5670 dollari la libbra. Il deprezzamento del dollaro statunitense, invece, è avvenuto nei confronti di ben diciannove delle venticinque valute dei principali mercati emergenti. Questi due fattori erano stati esaminati attentamente dagli analisti per quel che riguarda le performance in questione.

D’altronde, il rame rappresenta la più importante esportazione in Cile: la Cina, maggior acquirente al mondo della commodity, ha aumentato le importazioni di cui si sta parlando di 1,8 punti percentuali lo scorso mese di gennaio, come evidenziato dall’amministrazione doganale dell’ex Impero Celeste. Intanto, il Dollar Index, indice di riferimento della Intercontinental Exchange Incorporated, e che monitora l’andamento del dollaro rispetto ad altre divise, è calato come non avveniva da un mese a questa parte. Gli investitori internazionali che puntano sul peso cileno e sugli strumenti ad esso collegati hanno più che raddoppiato le loro scommesse contro questa moneta, fino a un totale di 2,5 miliardi di dollari pochi giorni fa (si tratta di dati resi noti dalla banca centrale cilena).