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Valute asiatiche ai minimi da inizio anno

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Alcune tra le principali valute asiatiche hanno subito ulteriori cali negli scorsi giorni sulla scia delle impressioni di un più profondo peggioramento della crisi del debito europeo, che sta generando un vero e proprio esodo dalle attività finanziarie detenute in valute emergenti. A farne le spese sono state soprattutto il won sud coreano e il ringgit malese, che hanno toccato il livello di quotazione più basso da inizio anno ad oggi.

Complessivamente, tuttavia, è l’intero indice Bloomberg JP Morgan Asia Dollar ad aver subito una brusca battuta d’arresto , retrocedendo su valori minimi da sei mesi a questa parte. Un ruolo negativo lo ha giocato il nostro Paese, visto e considerato che Standard & Poor’s ha recentemente ritenuto opportuno di tagliare il rating italiano di un notch, portando il giudizio sul debito da A+ ad A e, probabilmente, anticipando un’identica mossa da parte di Moody’s, che tuttavia non dovrebbe esprimersi in tal senso prima della metà di ottobre.

Ma non solo: a penalizzare l’andamento delle valute asiatiche sono state anche alcune determinanti locali. Si pensi, ad esempio, a quanto accaduto all’interno di Taiwan, dove i dati ufficiali riportano di un arresto delle esportazioni, che sono cresciute in maniera significativamente inferiore a quanto atteso dagli analisti. Ancora, le vendite della Thailandia al di fuori dei confini nazionali sono aumentate con un ritmo inferiore a quello dello scorso mese.

L’avversione al rischio che sta maturando negli ultimi giorni in maniera ancora più insistente del passato, potrebbe provocare un’emorragia dalle valute asiatiche, i cui deprezzamenti potrebbero pertanto non essere affatto terminati.

Vi ricordiamo infine che tutti i pareri che compaiono su queste pagine sono opinioni dei singoli autori, e non possono essere ritenuti degli inviti o delle sollecitazioni o delle consulenze ad investire sui mercati valutari secondo gli orientamenti evidenziati negli stessi articoli.

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