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Vertice UE accordo a sorpresa

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 Le modifiche al piano di salvataggio della zona euro annunciate nelle prime ore del mattino di Venerdì hanno innescato un rally degli assets più rischiosi. Dopo settimane di indecisione da parte dei responsabili politici della zona euro, tutte le decisioni sono state relamente prese? Gli analisti hanno avvertito che questa euforia generalizzata potrebbe essere solo una reazione temporanea.

Dopo una lunga notte di negoziati, i leader europei hanno annunciato un accordo finalizzato ad arginare i devastanti effetti di due anni di crisi del debito in Europa.  Gli aspetti più significativi sono la ricapitalizzazione diretta delle banche europee tramite il  fondo di salvataggio permanente della zona euro, il Meccanismo europeo di stabilità (MES), e l’aiuto concesso all’Italia e alla Spagna senza austerità extra quale contropartita, attraverso l’acquisto di obbligazioni della zona euro sui mercati primari e secondari.

Dopo l’annuncio dell’accordo “a sorpresa”, i rendimenti dei titoli italiani e spagnoli sono precipitati, mentre i bund tedeschi, considerati tradizionalmente un porto sicuro, si sono impennati. I mercati azionari in tutta Europa hanno registrato un andamento al rialzo, sulla scia di un ritrovato ottimismo.

Si è inoltre siglato un accordo sul patto di crescita, ovvero 120 miliardi basati su un migliore utilizzo dei fondi strutturali e sul patrimonio supplementare per la BEI (Banca europea per gli investimenti) ma gli analisti si sono affrettati a sottolineare che molte domande rimangono ancora senza risposta.

VERTICE DI BRUXELLES

Si tratta di passi positivi, ma ugualmente soggetti a numerosi rischi in termini di attuazione. Inoltre  non si ha un quadro chiaro su come i mercati obbligazionari dei paesi periferici potranno beneficiare del sostegno diretto nel breve termine. Per gli analisti di Commerzbank l’accordo sembra effettivamente gettare le basi per la creazione di Eurobond.

RENDIMENTI IN RIALZO SUI BTP 28 GIUGNO 2012

Pochi dunque i dettagli tecnici noti. Il riferimento alla BCE, che dovrebbe fungere da intermediario nella conduzione di operazioni di mercato suggerisce che le misure dovrebbero coinvolgere principalmente interventi di mercato secondario. Le speranze circa tale intervento dovrebbero dare sollievo a breve termine ai rendimenti dei paesi periferici.

Un effetto positivo che tuttavia non dovrebbe protrarsi nel lungo periodo, almeno fino a quando gli operatori di mercato inizieranno a comprendere i limiti di questo approccio. In primo luogo, a differenza della BCE, l’EFSF e il MES non hanno i mezzi per intervenire. In secondo luogo, anche se il MES disponesse dei mezzi necessari, la sua potenza di fuoco è limitata: circa 500 miliardi di euro. L’euforia intorno al summit UE, rischia di essere di breve durata.

Tuttavia, nonostante la frattura apparentemente crescente tra la Germania e il resto dei principali governi della zona euro, la notizia è stata sufficiente per allentare le tensioni su i mercati.  Almeno per ora. La tempesta, infatti,  non si è ancora placata.