Home Coppie Valute EUR/GBP La visita greca della Merkel fa respirare la sterlina

La visita greca della Merkel fa respirare la sterlina

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 Dopo che il manifatturiero britannico ha penalizzato la sterlina poco più di una settimana fa, la valuta britannica è riuscita ieri a guadagnare terreno nei confronti dell’euro: questo vuol dire che è terminata la lunga serie di declini che durava ormai da quasi tre anni, grazie alla visita del cancelliere tedesco Angela Merkel in Grecia, la quale ha mantenuto alta la pressione sul paese ellenico in merito all’austerity. Un rafforzamento nei confronti dell’euro era comunque già stato registrato lo scorso 24 settembre.

A dire la verità, però, la divisa di Sua Maestà è scesa al livello più basso delle ultime quattro settimane rispetto al dollaro, un ribasso che è motivato dalle nuove stime di crescita formulate dal Fondo Monetario Internazionale per quel che riguarda il Regno Unito. Intanto, i titoli obbligazionari a dieci anni hanno rallentato decisamente, nonostante il buon ritmo dell’economia interna nel corso del terzo trimestre di quest’anno. Come hanno spiegato gli analisti, la Grecia e i suoi creditori devono ancora raggiungere un compromesso utile a entrambi ed è proprio questo fatto che ha causato la perdita di fiducia da parte degli investitori, costretti a vendere euro piuttosto che moneta verde. La sterlina si è rafforzata di 0,5 punti percentuali rispetto alla valuta europea, giungendo in questo modo a quota 80,55 pence a Londra.

Il declino rispetto al dollaro è stato invece quantificato in 0,2 punti percentuali, con una quotazione complessiva di 1,5988 dollari. Un ulteriore elemento che ha influenzato tali contrattazioni è rappresentato senza dubbio dalle ultime parole di Mario Draghi, numero uno della Banca Centrale Europea, secondo cui l’eurozona sta affrontando una serie di rischi seri che dipendono dall’instabilità finanziaria. Il premier britannico David Cameron, intanto, è pronto a indire un referendum per quel che concerne la Gran Bretagna e il suo rapporto con l’Unione Europea, a testimonianza di una situazione non certo idilliaca.