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Dollaro crolla sul forex dopo Ism manifatturiero deludente

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 Il dollaro americano continua a mostrarsi debole sul forex, dopo aver archiviato il mese di maggio con il segno più rispetto alla maggior parte delle valute mondiali. A mettere in difficoltà il biglietto verde è stato il dato relativo all’indice Ism manifatturiero, che a maggio è sceso sotto quota 50 punti facendo aumentare i dubbi sulla solidità e la sostenibilità della ripresa economica americana. L’indice è sceso a 49 punti, ai minimi da giugno 2009, sorprendendo negativamente gli analisti finanziari che si aspettavano una crescita a 51 punti.

Ad aprile l’indice aveva registrato un valore di 50,7 punti. La discesa sotto la soglia di 50 punti, considerata dagli analisti uno spartiacque tra la fase di crescita e quella di rallentamento economico, allontana l’ipotesi di riduzione del piano di acquisto di bond e altre securities da parte della Fed. Il programma di quantitative easing da 85 miliardi di dollari al mese dovrebbe rimanere invariato ancora per molto tempo, sebbene diversi membri del Fomc avevano espressamente richiesto una diminuzione degli acquisti già nella prossima riunione di giugno.

REAL BRASILIANO AI MINIMI DA 4 ANNI

Sul forex gli investitori hanno reagito vendendo dollari a mani basse. In particolare ha sorpreso molto il crollo del cambio dollaro/yen, che ha perforato la soglia di 100 per poi scendere fin sotto 99. Il cross Usd/Jpy è sceso sui minimi più bassi delle ultime 4 settimane a 98,85. Il biglietto verde ha subito pesanti vendite anche nei confronti di euro, sterlina, franco svizzero, corona svedese, dollaro canadese, dollaro australiano e dollaro neozelandese. Il tasso di cambio euro/dollaro è salito sui massimi delle ultime 4 settimane sopra 1,31.

DOLLARO SOFFRE L’AUMENTO DEI RENDIMENTI SUI T-BOND USA

E’ boom anche per il cross sterlina/dollaro, che è volato sui livelli più alti da oltre tre settimane a 1,5375. Il deludente dato dell’attività manifatturiera negli Stati Uniti ha messo k.o. le borse e favorito gli acquisti sui beni rifugio, in particolare oro, franco svizzero e yen giapponese. Ieri mattina era stato pubblicato anche il Pmi manifatturiero nell’eurozona, che resta sotto 50 ormai da 22 mesi ma ha evidenziato segnali di miglioramento, battendo tra l’altro le stime degli analisti.