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Unicredit nuovo assetto organizzativo

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 La più grande banca d’Italia per asset, UniCredit ha deciso di snellire la propria struttura di holding e dare più potere alle banche regionali, nel tentativo di migliorare l’efficienza e attrarre più clienti. I “pezzi grossi” e le multinazionali continueranno ad essere serviti dalla divisione corporate e investment banking della banca, che è diretta da Jean Pierre Mustier , sui cui la divisione concentrerà il proprio focus.  Ma i country manager  delle unità in Italia, Germania, Austria ed Est Europa, assumeranno la responsabilità diretta dei clienti retail e delle piccole imprese.

“I nostri clienti si sono lamentati che siamo lenti e abbiamo una struttura complessa”, ha dichiarato l’amministratore delegato di UniCredit Federico Ghizzoni annunciando il nuovo assetto organizzativo della banca.  “Con questa riorganizzazione, offriamo loro una struttura snellita”. Sulla base di questo progetto, l’Italia sarà divisa in sette aree regionali il cui referente sarà Gabriele Piccinni, chiamato altresì a supervisionare la divisione private banking in Italia.Il Country manager della Germania, Theodor Weimer, riporteà  de facto a Mustier, cui Ghizzoni ha affidato il compito di supervisionare la Germania. Roberto Nicastro, ex responsabile della divisione retail globale ora smantellata, monitorerà  le operazioni di Unicredit in Austria e nell’Europa dell’Est.

Il completamento del progetto, che oggi ha ricevuto l’unanime via libera dal consiglio, è atteso entro fine 2012 e sarà reso operativo a partire dall’1 gennaio 2013, come spiegato dallo stesso Ceo del gruppo durante un incontro con la stampa.

Non si è ancora parlato di quale possa essere l’impatto di tale riassetto organizzativo in termini di eventuali e ulteriori tagli presso le filiali. Nel 2009-2011 i UniCredit ha tagliato 800 filiali in Italia ma, come ricordato dallo stesso Ghizzoni, “senza traumi o problemi particolari”. “Il piano ne prevede altre 200 in meno ma per me è molto importante sviluppare canali integrati. Poi capiremo se saranno sufficienti le filiali attuali, se ce ne vorranno di più o di meno”, ha continuato.

L’obiettivo del Cda di UniCredit è quello di accorciare  la catena tra i clienti e i country chairman in Italia e, a livello di gruppo, di risolvere l’annoso problema tra banca internazionale e banca locale.  Il decentramento consentirà un migliore e più veloce processo decisionale mentre la possibilità di creare più facili sinergie, permetterà di abbattere notevolmente i costi. Si tratta di un passo che potrebbe migliorare il modo in cui la banca concede prestiti alla propria clientela. Con un modello centralizzato divisionale è certo più difficile cogliere i ‘dettagli’ e le esigenze a livello locale. Tuttavia, ci vorrà del tempo prima di vederne gli effetti.

Ghizzoni ha detto che la performance della banca è in linea con le aspettative in Europa centrale e orientale nel secondo trimestre. I “ricavi in Russia, Polonia e Turchia sono stati buoni. In Germania e Austria le entrate sono  sotto pressione a causa dei tassi di interesse molto bassi”. “In Italia la pressione sui ricavi, a causa della contrazione dell’economia, è compensata da una  maggiore attenzione sui costi”, ha aggiunto Ghizzoni.