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Bad bank spagnola

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 Il governo spagnolo guidato dal premier Rajoy ha approvato la riforma finanziaria. Un maxi provvedimento all’interno del quale spunta l’ipotesi di realizzare una “bad bank”, all’interno della quale confluiranno tutti gli asset immobiliari e quelli problematici delle banche. Cerchiamo di comprendere come funzionerà questo nuovo strumento (nuovo per l’occasione, ma ben sperimentato in tutto il mondo, con esiti non sempre soddisfacenti), e perchè le borse hanno reagito in maniera incerta alla notizia.

La bad bank potrebbe diventare la leva per cercare di ottenere gli aiuti fino a 100 miliardi di euro che Bruxelles potrebbe concedere al settore. Un imponente pacchetto di sostegno che ha ovviamente portato l’attesa ventata di ottimismo alla piazza finanziaria di Madrid, che nelle ore successive all’annuncio ha portato a casa un rialzo di oltre 3 punti percentuali. Peccato che il vento buono si sia esaurito nel breve termine, e che a media distanza il pessimismo si sia tornato a impadronire dei listini iberici.

Lo spread spagnolo non è infatti riuscito a scendere sotto soglia 550 punti base, e i rendimenti dei titoli di stato del Paese (i bonos) si sono mantenuti in aumento al 6,85 per cento. A controbilanciare gli sforzi dell’esecutivo Rajoy sono infatti le dichiarazioni più o meno esplicite di Moody’s (che invece si fa lievemente più ottimista sull’Eurozona): l’agenzia di rating ha minacciato di tagliare il rating sovrano del Paese, mentre Standard & Poor’s potrebbe declassare a junk (spazzatura) il rating della Catalogna, una delle aree territoriali maggiormente in difficoltà all’interno dei confini nazionali, dove le regioni cercano di attingere alle già povere casse statali.

Più soddisfatto e fiducioso è il commissario Ue per gli affari economici e monetari Olli Rehn, che ha definito la riforma come un segnale importante, che indica la determinazione di Madrid a voler “rispettare in pieno gli impegni e le scadenze” precedentemente fissate nel memorandum d’intesa che è alla base degli aiuti internazionali, ricorda Il Sole 24 Ore.