La giornata di ieri è stata dedicata in Botswana alle decisioni del Comitato per la Politica Monetaria: il meeting in questione ha concluso che gli sviluppi di breve termine dei prezzi non sono favorevoli al paese africano, tanto che il tasso di inflazione dovrebbe rimanere al di sopra del range del 3-6%, nonostante un outlook di medio termine più positivo e incoraggiante. Dopo la crescita economica del 2011 (+3,8%), l’economia mondiale è proiettata verso un tasso più basso per quel che concerne il 2012 (+3,3%), mentre il 2013 dovrebbe caratterizzarsi per un +3,6%.
Le performance dei mercati emergenti rimangono piuttosto salutari, a dispetto dei flussi di capitale che sono piuttosto volatili. Le pressioni inflazionistiche, inoltre, dovrebbero farla da padrona. La produzione domestica del Botswana ha sfiorato i nove punti percentuali di incremento nei dodici mesi che si sono conclusi lo scorso mese di giugno: se si considera invece l’ouput eccetto il settore minerario il rialzo è stato superiore al 12%. Un utile riferimento se si vuole parlare espressamente di moneta è senza dubbio il Pula Fund nazionale: questo fondo si basa infatti sulle estrazioni di diamanti e vanta un ammontare complessivo di quasi sette miliardi di dollari. La denominazione è nella valuta ufficiale del Botswana, la pula.
Le performance sono state positive finora, ma per la valuta in questione potrebbe giungere buone nuove dalle ultime quotazioni da parte dell’International Finance Corporation, divisione del settore privato della Banca Mondiale. Quest’ultima ha infatti lanciato bond denominati in diverse monete africane, non solo quella botswaniana, ma anche il rand sudafricano, la naira nigeriana, lo scellino ugandese e la kwacha dello Zambia. La pula è stata messa in circolazione per la prima volta nel 1975, dopo aver rimpiazzato il rand; le svalutazioni sono state numerose, in particolare quella del 2005, ma si sta parlando pur sempre di una delle valute più forti in assoluto dell’intero continente africano.
