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Draghi ottimista a Davos, Fitch declassa Italia

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 I leader europei riuniti Venerdì al WEF di Davos vogliono credere che la fine sia finalmente vicina, dopo due anni di crisi. La conclusione di un accordo tra la Grecia ed i suoi creditori è stato presentato come imminente, mentre ai membri della zona euro sono stati riservati elogi per gli sforzi compiuti.

Il presidente della Banca centrale europea (BCE) Mario Draghi era il più entusiasta. “I progressi sono stati spettacolari,” ha detto al 42° Economic Forum (WEF). “E ‘incredibile, se si confronta (la situazione di) oggi con gli ultimi cinque mesi, l’area dell’euro è un altro mondo”, ha affermato il presidente della Banca centrale europea, il quale non ha esitato a porsi come il salvatore della zona euro. A Davos, il “drago” della Banca centrale europea ha inoltre lasciato intendere che si sta preparando ad un ulteriore calo dei tassi di interesse. “Il primo mandato della BCE è la stabilità dei prezzi: questo è da intendersi in entrambe le direzioni, verso l’alto e verso il basso. L’inflazione è al 2%”, ha aggiunto Draghi. Se l’aumento dei prezzi al consumo scendesse al di sotto di tale soglia, sarebbe il segno di una minaccia di deflazione, il male assoluto per l’economia. Una ragione sufficiente per abbassare i tassi della zona euro.

“Sappiamo per certo che abbiamo evitato una crisi del credito (credit crunch) maggiore, una crisi di finanziamento importante”, ha affermato davanti al pubblico di Davos. E ne ha dato una chiara dimostrazione, riferendosi alla maxi operazione dello scorso dicembre, grazie alla quale le banche avevano incrementato di 500 miliardi di euro le loro liquidità in virtù della eccezionale iniezione da parte della BCE. Mario Draghi è stato il fautore di questa misura senza precedenti.

Considerati i prestiti in scadenza, le banche hanno accresciuto di 220 miliardi di euro  il proprio portafoglio netto di liquidità. Un numero che corrisponde esattamente alla somma delle obbligazioni da rinnovare nel primo trimestre 2012 sui i mercati finanziari, “praticamente chiusi dalla fine di novembre”, ha sottolineato Mario Draghi.

L’agenzia di rating Fitch ha tuttavia procurato brividi freddi, annunciando un ulteriore downgrade dei rating dei paesi europei, tra cui Italia (passata ad A- da A+) e Spagna (ora ad A contro il precedente AA-). La loro valutazione è stata abbassata di due notch, con outlook negativo.

Due settimane fa, Standard & Poor’s aveva declassato il rating di metà dei paesi della zona euro e strappata la preziosa tripla A alla Francia (mentre la Germania è riuscita a cavarsela e conserva ancora la sua valutazione AAA), mettendo in discussione la strategia dei leader politici dei paesi dell’euro per far fronte alla crisi.

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