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Fitch elogia le aste valutarie dell’Egitto

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 L’agenzia americana di rating Fitch ha elogiato il nuovo regime valutario che è stato adottato dalla banca centrale egiziana: la lode in questione si spiega con la maggiore trasparenza che esso comporterebbe, con un metodo per il tasso di cambio che è stato piuttosto apprezzato. L’istituto di credito aveva annunciato lo scorso 30 dicembre la volontà di fissare aste periodiche di moneta (cominciano oggi le aste valutarie dell’Egitto). L’obiettivo è soprattutto quello di favorire il mantenimento della riserva straniera del paese africano, giunta ormai a livelli a dir poco critici.

Stando alle parole di Fitch, la banca centrale può modificare la frequenza e le dimensioni di tali aste, assicurando allo stesso tempo un adeguato controllo del tasso di cambio e rendendo più trasparenti gli interventi consueti. L’ultima settimana è già stata contrassegnata da quattro appuntamenti di questo tipo, con la sterlina egiziana che ha perso qualcosa come quattro punti percentuali. La valuta in questione ha visto aumentare le proprie perdite rispetto al dollaro americano fino al 10%, una percentuale che si è accumulata da quando la “primavera araba” ha coinvolto l’Egitto all’inizio del 2011. L’agenzia statunitense ha anche definito il nuovo sistema di cui si sta parlando come “potenzialmente positivo”, ma servono altre misure per contenere la crisi, non ci si può limitare soltanto a questa.

In effetti, è necessario che la fiducia degli investitori venga ripristinata in tempi rapidi, a cominciare dagli accordi sul programma stabilito dal Fondo Monetario Internazionale. Il prestito dell’organismo di Washington ammonta a 4,8 miliardi di dollari, ma le continue proroghe nel ripagarlo hanno causato effetti più che negativi alla moneta locale. Il sistema delle aste può contare, poi, su controlli nuovi di zecca sul capitale, in modo da tenere sotto controllo il dollaro americano: il deprezzamento potrebbe ora favorire una migliore competitività dell’economia egiziana, ma bisognerà attendere almeno che sia finito il primo trimestre del 2013.