Home Economia Fitch declassa il rating delle riserve valutarie argentine

Fitch declassa il rating delle riserve valutarie argentine

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 L’agenzia di rating Fitch ha deciso di affiancare un credit watch negativo per quel che concerne i giudizi relativi alla valuta estera di tre governi locali e regionali dell’Argentina: lo stesso discorso deve essere fatto anche per le riserve straniere di lungo termine che fanno riferimento al paese sudamericano. L’outlook rimane comunque stabile, una notizia tutto sommato incoraggiante. Qual è il motivo di un simile “accanimento”? Forse non è nemmeno un caso che la scorsa estate vi sia stata una lite tra Ue e Argentina sull’export, ora la situazione si è evoluta e l’agenzia statunitense non ha potuto che notare il tutto.

Fitch ha deciso di recente di valutare con una B (grado speculativo degli investimenti finanziari, l’oggetto del rating è decisamente più vulnerabile), con un outlook negativo, a causa della nuova incertezza che riguarda il paese latino americano e la sua capacità di venire incontro alle regole finanziarie internazionali. Il declassamento non dovrebbe comunque impedire ai governo locali e regionali che sono rimasti coinvolti di effettuare pagamenti nelle loro riserve estere di valuta, sfruttando in particolare il sistema finanziario americano. Il rischio che si corre, al contrario, è di avere un impatto negativo sulla fornitura da parte di Buenos Aires di pagamenti per quel che concerne le obbligazioni debitorie.

Il rating negativo non ha riguardato, inoltre, altre operazioni che si effettuano in valuta locale, il peso, come ad esempio le attività degli istituti di credito. Una revisione dei giudizi potrà avvenire nel caso di una risoluzione pronta e rapida dei problemi. I tre governi coinvolti non sono altro che quello della città di Buenos Aires, quello della provincia di Salta e quello della municipalità di La Plata. Allo stesso modo, sono stati giudicati anche strumenti finanziari come alcune emissioni obbligazionarie di medio termine, soprattutto quelle denominate in euro e in dollari americani, a conferma della situazione non certo semplice che si vive.