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Forex Insider, l’analisi della settimana

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 Sempre più disoccupati negli Stati Uniti. E’ questo il dato più importante emerso la settimana scorsa. La disoccupazione ha sfondato la doppia cifra attestandosi al 10,2%, il massimo dal 1983. Gli analisti si attendevano un 9,9%. Una vera e propria doccia fredda. E sono le piccole medie imprese a soffrire di più, come segnala Bruce Kasman, economista di JpMorgan.

Le previsioni per i prossimi mesi sono di un mercato del lavoro “in fase di stallo”, ha spiegato Kasman. Ma, al di là dei dati, “la situazione potrebbe essere anche peggiore”.

Gli Stati Uniti sono una contraddizione. Stanno passando attraverso una fase anomala. Il Pil sale del 3,5% e l’occupazione peggiora. Noam Scheiber, editorialista dell’autorevole The New Republic, ricorda che storicamente quando la disoccupazione tocca il fondo significa che la ripresa non è poi così lontana. Il problema è che stando ai dati in possesso la ripresa sembra cominciata ma è, appunto, senza lavoro. E dunque, è destinata a durare? E soprattutto, la disoccupazione ha veramente toccato il fondo?

Diamo uno sguardo ai dati macro di questa settimana. Martedì tutto ruota attorno alla Germania, dove in mattinata si attende il tasso d’inflazione definitivo di ottobre seguito dall’indice Zew, atteso in calo dai 56 punti del mese scorso. In serata lo sguardo si sposta oltre l’Atlantico con il Red book, il rapporto sui conti pubblici a stelle e strisce. Mercoledì focus sull’Inghilterra con le richieste di sussidi di settembre e il rapporto trimestrale sull’inflazione della Bank of England. Giovedì mattina sarà la Spagna a guidare la sfilata dei dati macro con il Pil preliminare del terzo trimestre, atteso in calo dello 0,4%. Seguirà il consueto appuntamento con le scorte di petrolio DoE e le richieste di sussidi settimanali in America. Venerdì importanti dati dall’Europa con il prodotto interno lordo dell’Unione europea e di alcuni paesi come Germania, Francia e Italia. La settimana si chiude con l’indice sulla fiducia dei consumatori americani elaborato dall’università del Michigan.