Dopo la corsa all’oro, il prezzo torna sotto i 1.000 dollari l’oncia con una variazione dello 0,71% rispetto al record di due giorni fa. Il dollaro, legato alle quotazioni del metallo, resta debole. Il timore degli osservatori è che la divisa americana possa continuare a perdere terreno; e il trend potrebbe proseguire.
Dall’andamento di valuta e metallo si possono almeno tre conclusioni. La prima: gli acquisti massicci sull’oro sono il segnale che per alcuni operatori la recessione sta finendo ma il prossimo problema sarà l’inflazione. Per altri, e questa è la seconda ipotesi, siamo ancora in balìa della crisi, e il lingotto è solo un ottimo bene rifugio. L’ultima considerazione invece riguarda il dollaro la cui debolezza potrebbe dare nuova linfa al dibattito in merito all’egemonia della valuta sul mercato mondiale.
