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Inflazione americana sotto le stime: e ora?

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L’inflazione americana è scesa più di quanto ci si aspettasse. Ha infatti raggiunto i minimi da maggio 2021. Cosa succede ora? Quali considerazioni è bene fare in base a questo dato? Scopriamolo insieme.

Investitori con i piedi per terra

Dopo un primo entusiasmo generale molto alto sia in Europa che negli Stati Uniti, molti investitori hanno comunque ricordato che il valore core rimane comunque ancora molto elevato. Ciò non toglie che il dato dell’inflazione venga comunque considerato come importante dalla Federal Reserve per tracciare la sua rotta di comportamento.

Diversi analisti qui in Italia pensano che i dati possano portare nel breve termine a una pausa nel percorso di rialzo dei tassi. Ma nessuno si aspetta che questo avvenga nell’incontro della Fed previsto per maggio, quanto nella riunione successiva.

Secondo le stime, per combattere l’inflazione, la banca centrale guidata da Jerome Powell opterà per un nuovo rialzo del costo del denaro pari a 25 punti base. Questo porterebbe i nuovi tassi di riferimento al 5%-5,25%, proprio per via del fatto che l’inflazione core sia rimasta su alti livelli.

Alcuni membri del Fomc avevano già portato sul tavolo delle trattative la possibilità di sospendere i rialzi dei tassi di interesse lo scorso marzo. Anche solo per valutare gli effetti di tipo economico e finanziario di ciò che era accaduto nel settore bancario e più in generale della politica monetaria.

Inflazione core rimane comunque alta

Sono stati però gli stessi a valutare comunque importante continuare sulla strada sostenuta fino a quel momento, anche virtù del lavoro di concerto eseguito per riportare stabilità nel settore bancario. Fattori che hanno reso possibile il continuare sulla stessa linea di politica monetaria, aumentando i tassi di riferimento di 25 punti base.

Se l’inflazione è salita solo dello 0,1% tra febbraio e marzo In America il suo dato core, privo della componente alimentare ed energetica, è comunque salito dello 0,4%. Ragionando su base annuale l’inflazione si è assestata a marzo al 5% rispetto al 5,1% stimato, mentre il dato core è salito al 5,6% dal 5,5% di febbraio come ci si aspettava.

Sarà interessante ora vedere i dati relativi all’Europa e quale sarà l’approccio che la BCE deciderà di portare avanti in base ai numeri. L’inflazione continua infatti a far sentire il suo peso sulla spesa delle famiglie. Sarà rilevante comprendere se anche in Europa l’andamento di questo dato sarà in linea con quello statunitense. E di conseguenza comprendere quale sarà la strada che verrà presa la Christine Lagarde e dai membri nel comitato.

Continuerà anche la BCE sulla stessa linea di politica monetaria?