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Investimenti yuan maggiori di quelli in euro

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 Per la prima volta nella storia, gli investimenti cinesi hanno superato quelli europei. I dati ufficiali, relativi al 2011, parlano infatti di un ammontare complessivo di impieghi pari a 11 miliardi di euro, contro gli appena 7 miliardi di euro di quelli del vecchio Continente. In altri termini ancora, i capitali di Pechino in Europa hanno di gran lunga superato quelli dell’Europa in Oriente. Germania e Regno Unito sembrano assorbire la maggior parte degli impieghi, seguita dalla Francia: di contro, è proprio la Francia il Paese più attivo ad Est.

Insomma, la Cina – semmai vi fosse necessità di una simile conferma – da Paese destinatari di ingenti investimenti, si trasforma in Paese investitore. Per la prima volta, nel 2011, i suoi investimenti in Europa hanno superato quelli delle imprese europee in Cina, con una differenza di ulteriori 4 miliardi di euro.
I dati sono stati ufficializzati da uno studio della società di consulenza PriceWatherhousceCoopers secondo cui per numero di contratti “la tendenza si è invertita per la prima volta nel primo semestre 2012 con le imprese cinesi che hanno realizzato 32 investimenti in Europa rispetto ai 26 in Cina da parte di società europee”.
Lo studio della società di consulenza evidenzia altre che la Francia è diventata l’anno scorso il primo investitore europeo nell’ex celeste impero e il terzo paese destinatario da parte delle società cinesi, dietro Germania e Regno Unito.

In maniera ancor più particolare, secondo Helene Rives, responsabile di China Business Group di Pwc, i cinesi “considerano che le continue incertezze all’interno di Eurolandia aumentano le loro possibilità di realizzare transazioni con società europee fortemente indebitate, in precedenza inaccessibili”.

La tendenza dovrebbe inoltre continuare anche nel corso dei prossimi anni con potenziali ampliamenti del gap nel corso del 2013, periodo che si preannuncia abbastanza arduo per gli impieghi esteri europei.

Qui il nostro approfondimento sulla Cina che vuole raddoppiare il Pil entro il 2020.