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La Germania prende il largo

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 Non stava nella pelle il ministro del Lavoro, Ursula von der Leyen. Non è riuscita a tenere sulla carta i dati positivi sull’occupazione in Germania. Ha annunciato che i disoccupati sono calati sotto i 3 milioni, una soglia psicologicamente importante per dire che la Germania si è lasciata alle spalle un’Europa in affanno. La cifra è la più bassa dal 1991 e nel dettaglio il tasso grezzo di disoccupazione è diminuito al 7 per cento dal 7,2 per cento di settembre, come riferito oggi dall’agenzia federale sul lavoro riportata dall’Associated Press (Apcom). Ormai dall’estate si susseguono dati positivi sull’economia tedesca, come un Pil in ripresa previsto al 3,4 per cento annuo nel 2010. La locomotiva europea ha dunque preso il largo adesso che i disoccupati sono 86 mila in meno rispetto a un mese fa pari a 2 milioni 945 mila persone senza impiego (un numero a conti fatti sostenibile). Bene per Berlino, meno per il resto dei paesi membri. Soprattutto perché l’economia tedesca sarà sempre più vicina ai cinesi, che diventeranno presto il secondo mercato di riferimento per le esportazioni tedesche. Viene spontaneo chiedersi: la Germania ci abbandonerà? Oppure l’ha già fatto?

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