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Il rand si riprende grazie ai dati sul deficit di bilancio

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 Il rand sudafricano si è apprezzato fino al suo livello più alto delle ultime due settimane: i ribassi precedenti sono stati così in parte compensati, il tutto a causa di un motivo piuttosto semplice. In effetti, l’attuale deficit di bilancio della nazione africana è rimasto stabile nel terzo trimestre del 2012 (il periodo luglio-settembre) rispetto a quello precedente. Si è dunque avvertita nettamente una ventata di ottimismo. Nel dettaglio, la valuta in questione ha guadagnato ben 0,5 punti percentuali nei confronti del dollaro, attestandosi a quota 8,7292 presso la Borsa di Johannesburg. Due settimane fa, al contrario, il rand aveva rallentato insieme alle materie prime.

Il ricavo appena descritto, inoltre, è il quarto consecutivo, il quale ha consentito di far dimenticare molto presto il declino della mattinata (-0,2% per la precisione). Nel frattempo, i rendimenti dei bond in scadenza nel mese di dicembre del 2026 hanno ceduto otto punti base (-0,08%), scendendo fino al 7,44%, ovvero il livello più basso dallo scorso 28 settembre (l’interesse iniziale era del 10,5%). Si parlava del deficit in precedenza e in effetti tale gap economico è rimasto fermo al 6,4% del prodotto interno lordo, come ha certificato la banca centrale, la Reserve Bank of South Africa nel suo bollettino che viene pubblicato a cadenza trimestrale.

La maggior parte degli analisti finanziari era invece convinta che si sarebbe arrivati fino al 6,7%, ma sono stati smentiti dai dati ufficiali. Il mercato si attendeva qualcosa di diverso, dunque è normale che molte persone siano rimaste sorprese. Ecco perché il rand è riuscito a godersi la sua giornata positiva e in rialzo, nonostante i rischi di una certa debolezza siano sempre presenti. Il 2012 si è caratterizzato per un inasprimento del dato economico in questione, con le importazioni che sono sostanzialmente aumentate. La banca centrale, poi, ha voluto sottolineare anche l’incremento fatto registrare dalle esportazioni di veicoli, industriali e non.