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I ribassi settimanali del dollaro

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 Moneta verde, ma di vergogna: il dollaro è stato capace questa settimana di indebolirsi come non accadeva da ben undici mesi nei confronti dell’euro, a causa dell’ufficialità dei nuovi interventi da parte della Federal Reserve, una notizia che ha fatto deprezzare la valuta americana. Nel dettaglio, quest’ultima ha anche fatto registrare la sua peggior perdita settimanale nei confronti della moneta unica europea dall’ottobre del 2010, visto che la Banca Centrale Europea è più che disposta ad acquisire titoli obbligazionari per far ripartire l’economia dell’eurozona.

In aggiunta, il dollaro ha perso terreno anche nei confronti dello yen, con il livello più basso da sette mesi a questa parte e ancora prima che le autorità giapponesi annunciassero di voler intervenire per bloccare il rafforzamento della valuta nipponica. Come è noto, ormai, la nuova politica della Fed ha letteralmente spiazzato e sorpreso tutti quegli investitori che puntano ai rischi minori, mentre è stata ben accolta dagli amanti degli assets rischiosi. Secondo le ultime previsioni, l’euro dovrebbe perfezionare un rally che gli consentirà di attestarsi a quota 1,3450 dollari entro la fine di quest’anno.

La settimana che si conclude oggi è stata caratterizzata da una perdita di ben 2,5 punti percentuali da parte del dollaro, con un livello minimo da record per quel che concerne la giornata di ieri. Nel cambio con lo yen, invece, la crescita è stata pari a 0,2 punti percentuali. Tra l’altro, c’è anche da dire che chi ha focalizzato la propria attenzione sui contratti futures ha scommesso con convinzione sulla possibile caduta della moneta verde rispetto ad altre otto valute, un dato davvero significativo. Come se non bastasse, poi, il Dollar Index, il quale include tutte le performance del dollaro rispetto a quelle delle divise dei sei principali partner commerciali degli Stati Uniti (si tratta di yen, euro, sterlina, dollaro canadese, corona svedese e franco svizzero per la precisione), ha perso l’1,8%.