Home Coppie Valute GBP/USD La sterlina continua a guadagnare sul dollaro

La sterlina continua a guadagnare sul dollaro

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 La sterlina è riuscita a inanellare il suo secondo giorno consecutivo di rialzo nei confronti del dollaro americano: il motivo è presto detto, visto che gran parte di tale speculazione si riferisce all’annuncio odierno della Federal Reserve, la banca centrale americana, la quale renderà noto il terzo round di acquisti di titoli obbligazionari per stimolare la crescita della prima economia mondiale. Nel dettaglio, la valuta britannica ha fatto registrare il maggior guadagno degli ultimi quattro mesi contro la moneta verde, anche e soprattutto alla luce di un report economico ben preciso: in effetti, in base a quest’ultima analisi, il tasso di disoccupazione del Regno Unito sarebbe sceso come non accadeva da ben un biennio, un chiaro segnale dell’emersione dell’economia dalla sua fase recessiva.

Tornando a parlare della Fed, invece, c’è da aggiungere che il quantitative easing accennato in precedenza dovrebbe essere significativo per le acquisizioni di assets finanziari. A questo punto, ci si attende che lo Uk Debt Management Office metta a disposizione titoli obbligazionari a dieci anni (i cosiddetti “gilt”) per un importo di 3,5 miliardi di sterline. D’altronde, già una decina di giorni fa i dati industriali del Regno Unito avevano fatto volare la sterlina, ora si è piuttosto fiduciosi per il futuro.

Per quel che concerne i dettagli numerici, la moneta di Sua Maestà la regina si è attestata attorno agli 1,6108 dollari presso il London Stock Exchange, dopo aver toccato, però, anche gli 1,6131 dollari, vale a dire il picco più alto in assoluto dallo scorso 11 maggio. Per quel che concerne, poi, il cambio con l’euro, è stato registrato un lieve rallentamento (-0,1%), tanto da raggiungere 80,28 pence, il livello più basso dal 5 luglio ad oggi. L’ultima vendita di bond decennali risale ormai al 12 luglio scorso, quando furono lanciati degli strumenti in grado di garantire un rendimento di 1,719 punti percentuali, come non accadeva addirittura dal lontano 1998.