Home Mercati Emergenti Il Vietnam decide di svalutare il dong

Il Vietnam decide di svalutare il dong

0

 Il Vietnam ha deciso di svalutare la propria valuta, il dong, di un punto percentuale rispetto al dollaro americano (vedi anche Il rallentamento monetario del Vietnam). In aggiunta, sono stati ridotti i limiti imposti ai tassi di deposito, nel tentativo di sostenere la crescita economica del paese asiatico. Come ha annunciato la State Bank of Vietnam, la svalutazione della moneta servirà a migliorare la bilancia commerciale, oltre che a potenziare le riserve in valuta estera. Già da oggi, dunque, un dollaro sarà in grado di acquistare 21,036 dong, mentre fino a pochissime ore fa la stessa quotazione era inferiore ai ventuno dong, il livello più basso dal novembre del 2011.

La banca centrale ha anche fatto sapere di aver ridotto i tassi di interesse sui depositi a breve termine, anch’essi denominati nella divisa ufficiale, i quali sono passati dal 7,5 al 7% per la precisione. Tutte queste notizie sono la conseguenza dell’ultimo report del governo, secondo cui c’è stata una lenta accelerazione del prodotto interno lordo nel secondo trimestre dell’anno (aprile-giugno 2013). La crescita è stata quantificata in cinque punti percentuali rispetto al 2012, mentre nel primo trimestre ci si era fermati al 4,76%. Il deficit commerciale vietnamita, inoltre, ammonta a 1,4 miliardi di dollari, quando invece un anno fa era stato registrato un surplus di 155 milioni, una differenza piuttosto evidente.

La svalutazione monetaria e i tagli dei tassi sono soltanto le ultime misure di una serie approntata dall’istituto di credito centrale, intenzionato a semplificare la vita delle imprese. L’economia continua a rimanere piuttosto instabile e le pressioni inflazionistiche non fanno ancora dormire sonni tranquilli. Il balzo in avanti del secondo trimestre che si è appena illustrato può essere spiegato con il buon andamento degli investimenti e con quello degli investimenti diretti esteri. Infine, non bisogna dimenticare il settore bancario e le sue difficoltà in fatto di prestiti e nel saldare i debiti che sono stati contratti.