Home Coppie Valute Cina e Nuova Zelanda si accordano sulla diretta convertibilità delle valute

Cina e Nuova Zelanda si accordano sulla diretta convertibilità delle valute

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 La Nuova Zelanda e la Cina si stanno accordando per rendere le loro valute ufficiali, dollaro neozelandese e yuan, direttamente convertibili (vedi anche Julia Gillard potrebbe chiedere la conversione diretta AUD-CNY): l’obiettivo principale è quello di ridurre i costi delle transazioni, visto che gli scambi tra le due nazioni sono aumentati di ben trentatré punti percentuali nel corso degli ultimi due anni. I negoziati sono cominciati quando il premier del paese oceaniano, John Key, ha visitato l’ex Impero Celeste lo scorso mese, anche se un’indagine del Wall Street Journal aveva intuito questa novità monetaria.

Ora si è in una fase molto avanzata, anche se non esiste una tempistica precisa per quel che riguarda la conclusione. Le esportazioni da Wellington verso Pechino sono aumentate di ben il 32% nel primo trimestre di quest’anno (gennaio-marzo), superando quelle dell’Australia per la prima volta in assoluto, grazie soprattutto ai prodotti caseari, alla carne e al legname. Finora, gli scambi tra le due valute sono arrivate fino a oltre quindici miliardi di dollari neozelandesi, ma entro il 2015 si dovrebbe arrivare fino a venti miliardi per la precisione. Con la diretta convertibilità si potrebbe ridurre il costo delle transazioni per quel che concerne i business con la seconda economia internazionale, senza dimenticare il minor rischio valutario e i prezzi senza dubbio più competitivi.

Intanto, la banca centrale cinese ha provveduto ad aumentare il fixing giornaliero a 6,1811 nel confronto del dollaro, vale a dire il livello più alto dal luglio del 2005. La Nuova Zelanda è diventato il primo paese sviluppato a siglare un accordo di libero scambio con la Cina nel 2008: di conseguenza, i solidi rapporti esistono da diverso tempo e non è un caso che l’export sia cresciuto in questa maniera. Tra l’altro, c’è da ricordare che lo yuan è stato la tredicesima moneta più utilizzata nei pagamenti internazionali ad aprile, come rilevato dalla Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication.