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Il “falso” balzo del Giappone

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 Il Giappone cresce più del previsto nel secondo trimestre, più 0,4 per cento tra aprile e giugno. Ma i problemi per il Sol Levante non sono per niente finiti. Il governo ha anche dato il via libera a un pacchetto di stimoli da 8,5 miliardi di euro. Secondo gli analisti la cifra non avrà un impatto significativo sull’economia alle prese con una stagnazione decennale e il super yen, che ha raggiunto i massimi da 15 anni sul dollaro e risulta limitante per gli esportatori di casa (su cui si basa la gran parte della potenza economica). Il governo è stato più volte sollecitato a intervenire, o almeno a dare un segno di attività. Per il primo ministro Naoto Kan si può dire che l’azione era obbligata visto che il 14 settembre dovrà affrontare l’eminenza grigia del partito democratico, Ichiro Ozawa (foto), per la leadership interna. Ozawa è stato travolto dagli scandali politici e ha trascinato con sé anche l’ex primo ministro Yukio Hatoyama, affatto incolpevole. Con tutta probabilità gli investitori dovranno convivere con uno yen forte, e le perdite registrate dalla borsa di Tokio già scontano questo scenario. Da un lato la moneta giapponese da record fa comodo a molti, Stati Uniti, Europa e soprattutto Cina, che di recente per diversificare il proprio paniere si è lanciata nell’acquisto di titoli nipponici. Poi, è vista come “bene rifugio” in periodo di turbolenza – o attesa turbolenza – dei mercati, come oggi.