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Inflazione per uscire dalla crisi del debito?

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 Strano inizio d’anno: aumenta tutto! Trainati dal petrolio, cresciuto del 15% dall’inizio di gennaio, con un barile a più di $ 123 per il Brent del Mare del Nord, i prezzi delle materie prime sono saliti alle stelle, l’oro è a livelli record, a quasi 1800 dollari per oncia. Le borse sono tornate toniche, guadagnando tra il 10 e il 15%.

Anche l’euro ritrova una certa forma, dopo il forte ribasso dello scorso anno. Le banche centrali asiatiche stanno cominciando a preoccuparsi seriamente: il rischio è quello di una inversione di tendenza. Mentre in precedenza temevano una deflazione, a causa delle politiche restrittive attuate in molti paesi, ora sembra tornare la minaccia dell’inflazione.

Un tale cambiamento è frutto della prima vera ondata di liquidità, che ha travolto tutto il mondo. Una maxi iniezione per scongiurare la crisi attraverso la quale la Banca centrale europea (BCE) si è allineata alla politica accomodante della Federal Reserve (FED) degli Stati Uniti. Uno dei problemi, per coloro che ne hanno beneficiato, è però come gestire l’eccesso di liquidità che non si sa dove collocare a causa dei tassi di interesse particolarmente bassi.

Di fronte a una situazione difficile da controllare, alcuni esperti sottolineano che l’inflazione ha anche delle conseguenze positive, la prima delle quali è quella di ridurre il peso del debito. Si tratta del mezzo più agile a tale scopo, a lungo utilizzato dai paesi per alleviare l’onere dei rimborsi. Senza dubbio quest’ “arma” potrebbe tornare in auge. Ma la riduzione del potere d’acquisto, se non è accompagnata da una adeguata politica dei salari, rischia di resuscitare lo spettro della recessione, quando si dovrebbe incoraggiare la crescita. Gli effetti possono tuttavia essere devastanti  per i consumatori così come per gli investitori.

Se l’aumento del prezzo è stato estremamente limitato in Occidente negli ultimi due decenni, i cambiamenti strutturali in corso nei mercati emergenti, la politica monetaria accomodante e la liquidità in eccesso sono presupposti alle pressioni inflazionistiche nel medio termine.

Il problema è trovare il giusto mix: questo è ciò che cercherà di fare la Germania nella prossima tornata di negoziati contrattuali. Il sindacato dei metalmeccanici tedesco Ig Metall intende chiedere un aumento dei salari del 6,5% L’esito della contrattazione salariale del settore servirà da modello per sapere se il paese è in grado di garantire un autentico sviluppo senza slittamenti.

1 commento

  1. Mi piacerebbe sapere chi sono gli “esperti” che dicono che l’inflazione ha delle conseguenze positive.

    Io non ci trovo nulla di positivo a vedere la benzina a 2€ al litro.

    Aspettiamo e vediamo gli aspetti positivi che ci saranno tra la gente quando sarà a 5€ al litro

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