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Zona Euro in recessione nel 2012

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 La zona euro si sta dirigendo verso la sua seconda recessione in tre anni mentre l’economia dell’Unione europea conoscerà quest’anno una fase di stagnazione. Queste le previsioni della Commissione europea secondo cui l’Eurozona dovrà raddoppiare gli sforzi per risolvere la crisi del debito in cui si trova ormai da due anni.

L’esecutivo Ue ha annunciato Giovedì di aspettarsi una flessione dell’attività economica dello 0,3% nella zona euro per l’anno 2012, sotto l’effetto complessivo di una forte contrazione dell’attività prevista in Grecia, Portogallo, Italia e Spagna. La situazione in questi paesi, che hanno dovuto attuare politiche di austerità particolarmente severe, contrasta con quella dei due pesi massimi della zona euro, Francia e Germania, le cui economie dovrebbero crescere dello 0,4% e 0,6 %, rispettivamente.Mentre la spirale negativa di una crescita debole e di un forte indebitamento tenderà a prolungarsi nel vecchio continente, il Commissario agli Affari economici e monetari, Olli Rehn, ha sottolineato la necessità di ridurre i deficit pubblici. Tuttavia, egli ha lasciato intendere che potrebbe mostrarsi flessibile, seppur a determinate condizioni, nei confronti di paesi come la Spagna. “Gli Stati membri, essendo sorvegliati da vicino dai mercati, devono essere pronti a soddisfare i loro obiettivi di bilancio“, ha dichiarato in una conferenza stampa.

Ma l’attuale obiettivo di disavanzo del 4,4% in Spagna, da raggiungere alla fine del 2012, potrebbe essere rivisto una volta che le cifre del deficit per il 2011, attualmente oggetto di discussione da Madrid e Bruxelles, saranno pubblicate da Eurostat nel mese di aprile. Le decisioni saranno prese una volta che il quadro sarà completo, ha precisato Rehn.

Molti economisti hanno messo in discussione la strategia europea di imporre severe cure di austerità ai paesi del sud dell’Europa e la capacità di tale strategia di ripristinare la fiducia nella zona euro. “Il circolo vizioso dei paesi indebitati, dei fragili mercati finanziari e del rallentamento dell’economia non è ancora stato rotto”, ha sottolineato Rehn. Nonostante i segnali di stabilizzazione nella zona euro, che aveva già registrato una flessione del 4,3% nel 2009, gli economisti interpellati da Reuters non prevedono un ritorno alla crescita prima del 2013.

Tali previsioni potrebbero anche peggiorare in quanto si basano sul presupposto di uno sforzo determinato da parte dei leader europei volto ad estinguere la crisi del debito, che è entrata nel suo terzo anno. “L’equilibrio dei rischi per la crescita del PIL è negativamente orientato in un contesto di elevata incertezza“, ha spiegato la Commissione. “Queste proiezioni intermedie si fondano sul presupposto che saranno adottate risposte politiche adeguate e che queste daranno poi attuate”.

Altrettanto preoccupanti, tali previsioni rafforzano l’idea di uno scenario economico europeo a due velocità in cui si concretizza uno stallo di paesi come l’Italia e la Spagna rispetto alla Germania e alla Francia. Unico segno positivo, l’inflazione dovrebbe stabilizzarsi al 2,1% nella zona euro nel 2012, molto vicino al livello considerato auspicabile da parte della Banca centrale europea (BCE).

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