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Produzione cotone in possibile calo

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 Per la prima volta negli ultimi quattro anni la produzione di cotone indiano – il secondo produttore più importante al mondo – dovrebbe riscontrare un corposo calo rispetto ai periodi di riferimento precedenti. A sostenerlo sono gli ultimi dati previsionali da parte della Cotton Association of India, secondo cui il bando alle esportazioni della preziosa materia prima potrebbe indurre numerosi coltivatori del subcontinente asiatico a evitare nuovi cicli produttivi.

Stando alle rilevazioni compiute dall’associazione l’impianto di nuove piantagioni di cotone potrebbe diminuire addirittura di 15 punti percentuali nel corso dei prossimi 12 mesi, a scendere dal livello record di 12,2 milioni di ettari conseguito nel 2011 – 2012, che generò 34,5 milioni di balle, come confermato dalla Cotton Advisory Board. Le stime negative della Cotton Association of India risultano pertanto esser ben più pessimistiche rispetto a quanto previsto dal Dipartimento statunitense dell’Agricoltura, che ha invece auspicato il contenimento del passo indietro a – 10 punti percentuali.

Una produzione di cotone più ridotta da parte dell’India potrebbe dunque ridurre le esportazioni nel corso della seconda parte del 2012 e – soprattutto – nel 2013.

Insomma, ancora una volta le decisioni particolarmente protezionistiche dell’India stanno facendo discutere, e non poco, gli osservatori di mercato. Il 5 marzo è stato infatti deliberato uno stop temporaneo alle esportazioni al fine di poter garantire l’assolvimento delle richieste interne, con un bando all’export di circa 9,5 milioni di balle, 8,4 milioni di unità in più rispetto alle stime del governo. Una scelta che ha provocato particolar fastidi nella vicina Cina, che non ha perso tempo nel sottolineare il pregiudizio che potrebbe soffrire la propria industria tessile.

Vi ricordiamo infine che tutti i pareri che compaiono su queste pagine sono opinioni dei singoli autori, e non possono essere ritenuti degli inviti o delle sollecitazioni o delle consulenze ad investire sui mercati valutari secondo gli orientamenti evidenziati negli stessi articoli.

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