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Sell-off su euro/dollaro dopo taglio tassi Bce

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 Mentre la Bce taglia i tassi di interesse allo 0,5%, sul forex aumentano le pressioni ribassiste sulla moneta unica. Il tasso di cambio euro/dollaro, che solo due giorni fa era salito a 1,3242 ai massimi da oltre due mesi, è crollato vistosamente dopo la decisione sui tassi dell’Eurotower e la conferenza stampa di Mario Draghi. Il cambio euro/dollaro è sceso fin sotto 1,3050 in un clima di forte volatilità sui mercati valutari, a seguito della diminuzione del costo del denaro nell’eurozona dopo ben 10 mesi di immobilismo da parte della Bce.

Il governatore Mario Draghi ha anche preso altre misure per facilitare l’approvvigionamento di liquidità e per stimolare il credito nell’economia reale. Il banchiere italiano ha sottolineato che la decisione di tagliare i tassi è stata presa con una forte maggioranza da parte del Comitato Direttivo della Bce. Questa misura dovrebbe consentire una maggiore ripresa dell’economia dell’eurozona a partire dalla seconda metà dell’anno.

Draghi ha affermato che il taglio dei tassi al nuovo minimo storico dello 0,5% è stato deciso grazie al forte ridimensionamento dei rischi di inflazione. Il numero uno dell’Eurotower non chiude la porta a una nuova sforbiciata sui tassi, ma ha dichiarato che saranno fatte nuove approfondite valutazioni solo a seguito dei prossimi dati macroeconomici. Insomma, se l’economia non dovesse dare segnali di miglioramento, la Bce taglierà ancora i tassi di interesse. Nel frattempo è stata prolungata fino a luglio 2014 la possibilità di proseguire con le aste che forniscono liquidità illimitata con scadenza trimestrale. Inoltre, potranno essere ancora effettuate tre aste straordinarie di rifinanziamenti ultra-agevolati di prestiti a tre mesi a favore delle banche commerciali.

Da un punto di vista tecnico, appare piuttosto evidente che il cambio euro/dollaro sia indirizzato nuovamente verso il test della key-area di 1,30. Tuttavia, fare pronostici a breve termine è ancora molto difficile, come dimostrato dalle violente oscillazioni degli ultimi giorni. Inoltre, oggi saranno pubblicati anche i dati relativi al mercato del lavoro negli Stati Uniti, che dovrebbero generare ulteriore volatilità sui cambi. Per l’euro il livello fondamentale si trova ora a 1,2950 dollari: sotto questo supporto i prezzi potrebbero trovare campo libero per scendere fino a 1,2880 prima e 1,2750 poi.