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Singapore rallenterà il ritmo della propria valuta

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 La banca centrale di Singapore dovrebbe dare una svolta alla propria politica monetaria nel corso della prossima settimana: la mossa tanto attesa è quella che prevede il rallentamento del dollaro locale, il cui ritmo di apprezzamento viene considerato fin troppo eccessivo, anche e soprattutto alla luce degli ultimi segnali che mostrerebbero una recessione economica nel terzo trimestre di quest’anno. In pratica, il dollaro di Singapore, dodicesima valuta più scambiata a livello internazionale, è riuscito a guadagnare qualcosa come 5,6 punti percentuali nel corso di questo 2012, favorito senza dubbio dagli investimenti esteri in crescita nel paese asiatico e dalla maggiore appetibilità degli assets finanziari.

Se poi si tiene conto che lo yuan è andato alla conquista del Sud-Est asiatico, allora il quadro è davvero completo. La forza di tale divisa ha comunque provocato un aumento della pressione sul settore manifatturiero, con l’economia singaporegna prevista in calo dello 0,7% nel periodo compreso tra gli scorsi mesi di luglio e settembre. Nel frattempo, poi, il tasso di inflazione è rimasto a un livello considerato storicamente molto alto, sebbene sia necessario precisare che l’andamento dei prezzi al consumo abbia rallentato ad agosto come non avveniva da due anni. Di conseguenza, l’Autorità Monetaria di Singapore si è vista costretta a cercare un bilanciamento tra gli stimoli economici e le pressioni sui costi da tenere sotto controllo.

Ben quattordici istituzioni finanziarie, tra cui Macquarie, hanno previsto che la politica valutaria della piccola città-stato sarà accomodante, ma senza troppa fretta. L’inflazione minaccia ancora seriamente Singapore, ma un utile riferimento è quello che si è conosciuto qualche mese fa, ad aprile per la precisione: in quella occasione, la stessa Autorità Monetaria annunciò un modesto e graduale apprezzamento del dollaro locale, consentendo a quest’ultimo di subire dei rialzi per favorire minori aspettative di inflazione. I precedenti deprezzamenti, invece, sono stati ottenuti seguendo la strada della rivalutazione azzerata.