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Disoccupazione Usa settembre 2012

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 La macroeconomia dà una mano al presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. Uscito con le ossa rotte dal primo confronto pubblico con l’avversario repubblicano Romney, l’attuale inquilino della casa Bianca è riuscito a ripiegare su posizioni più convenienti sbandierando i buoni risultati relativi all’occupazione a stelle e strisce, con un tasso di disoccupazione che è calato ai livelli ante-recessione. Ma basterà questo dato per ridare ossigeno a una campagna elettorale che si è improvvisamente complicata?

Partiamo da un dato di fatto: le condizioni del mercato del lavoro americano migliorano. Non di molto, si potrà dire, ma è certo è il miglioramento vi è stato. I senza lavoro sono infatti calati al 7,8 per cento, contro atttese del mercato pari all’8,2 per cento. Una divergenza statistica che ha insospettito – riportiano ad onor di cronaca – ben più di qualche (mal) pensante repubblicano, che crede addirittura che l’amministrazione Obama abbia manipolato i dati per poterli presentare in maniera più consona all’elettorato che tra breve sarà chiamato alle urne. Sospetti infondati a parte, il numero degli occupati è salito di 114 mila unità nel corso del mese di settembre (vedi anche dati Usa a sostegno dell’uptrend).

Dall’altra parte dell’Atlantico le cose vanno certamente peggio. “Nel frattempo il Vecchio continente” – raccontava l’edizione online de La Repubblica pochi minuti dopo la pubblicazione della notizia – “cerca di recuperare fiducia all’indomani delle parole del presidente della Bce, Mario Draghi, che non ha toccato il costo del denaro (fermo allo 0,75%), ma ha ricordato che il piano anti spread è pronto, “tocca ai governi decidere se e come usarlo (…) Intanto dal Fondo monetario internazionale arriva un allarme sulle previsioni di crescita per la Germania, secondo quanto riporta il quotidiano tedesco Handelsblatt, per l’anno in corso il Fondo vede una crescita dello 0,9% anzichè dell’1%, mentre per il 2013 l’organizzazione di Washington prevede un’espansione al ritmo dello 0,9% contro la stima precedente di un +1,4%. Le stime ufficiali verranno rese note martedì. Dalla Spagna giungono invece segnali poco incoraggianti sul fronte della produzione industriale che ha fatto registrare un ulteriore ribasso in agosto con una flessione del 3,2% su base annua contro il -5,5% di luglio e il -6,3% di giugno. Una preoccupazione condivisa anche dagli istituti europei di ricerca che per il Vecchio continente prevedono altri sei mesi di contrazione economica”.